Psicologia dello sport: come evitare di autosabotarsi
“Un errore che probabilmente hai commesso iniziando un programma di allenamento”
Molte persone, hanno un modello di fisico a cui tendere, spesso rappresentato da fisici atletici da copertina. “Ah se anche io avessi tutto quel tempo per allenarmi tutti i giorni!” Due tre allenamenti a settimana, spesso sufficienti ad ottenere un risultato apprezzabile, sono un investimento fattibile che non ruba poi tutto quel tempo, l'importante è prendersi seriamente, credere in se stessi e nelle proprie capacità. Non basta avere un buon piano alimentare e un buon programma di allenamento per raggiungere la propria forma ideale. Questi sono elementi assolutamente necessari per ottenere un cambiamento salubre e funzionale, ed è il motivo per cui rivolgersi ad un nutrizionista e ad un Personal Trainer è sicuramente un idea da valutare in modo positivo. Seguire diete fai-da-te, prese in prestito da riviste o siti internet, così come schede standardizzato sponsorizzate da personaggi di elitè rappresenta più un rischio che un beneficio. Ogni persona ha delle necessità specifiche, e queste vanno identificate e affrontate in maniera personalizzata, sia dal punto di vista alimentare e prestazionale che dal punto di vista psicologico.
I processi di autosabotaggio:
Anche la migliore delle preparazioni fallisce se non si riesce ad uscire di casa per andare in palestra per via della pigrizia, o si finisce per perdere il controllo sui pasti, abbuffandosi agli aperitivi con gli amici tanto “che vuoi che sia domani mi alleno”. Ecco che allora, per colpa della nostra “testa”, che per pigrizia intellettuale vuol mantenere i propri soliti schemi comportamentali, ci priviamo della possibilità del cambiamento. Sono moltissimi i fattori psicologici che possono contribuire a generare queste situazioni e sono strettamente personali e variabili da caso a caso. Proprio per questo, è impossibile renderne conto in un articolo, il quale vuol essere invece un incipit, un punto di partenza dal quale riflettere (lo psicologo sportivo è la figura in grado di capire le vostre dinamiche, in grado di aiutarvi ad uscire dal circolo vizioso dell' autosabotaggio, guidandovi verso la riuscita, innescando quel i processi a cascata del win to win).
La fretta è cattiva consigliera:
Un errore che spesso molti commettono, è quello di buttarsi a capofitto da subito portando con diete drastico ed allenamento alla Ronnie Coleman. Non sempre più è meglio, e qualsiasi estremizzazione finisce poi all'estremo opposto (smettiamo di allenarsi nel giro di tre settimane).La ricerca ha messo in luce, che i soggetti che iniziano un’attività fisica, dipendono molto, nella scelta del loro comportamento futuro, dalle emozioni che provano in relazione al all'allenamento. In particolare, in chi inizia da poco una nuova attività fisica (es “mi iscrivo in palestra così dimagrisco per l'estate”), all’ aumentare dell’intensità dell’esercizio aumentano i vissuti di emozioni negative. Le emozioni positive, per i soggetti inesperti, è infatti massima in corrispondenza a livelli moderati di esercizio, e decresce con l’intensità del lavoro. Cosa significa tutto ciò? Che se la prima settimana di dieta/allenamento vi fiondate in palestra ogni giorno, con protocolli intensi ed estenuanti, probabilmente le emozioni che sperimenterete vi indurranno a interrompere il vostro piano, sia direttamente, che lavorando in background con processi d'autosabotaggio. Un iperallenamento, infatti, oltre a comportare rischi fisici, risulta accompagnato dal vissuto di emozioni negative legate al dolore muscolare, alla fatica, alla continua concentrazione psicologica, allo stress, al volere tutto subito, alla paura di non riuscire, ecc, ecc. E' in oltre necessario concedersi tutto il tempo necessario (non di certo un mese), poiché, se da un lato è vero che iniziando una nuova attività fisica, le vostre aspettative di ottenere rapidi miglioramenti saranno elevate, dall'altro il perdurare di emozioni negative frutto di una “tempistica irrealistica” può indurvi ad abbandonare la pratica sportiva. Godetevi il percorso, il risultato vien da sé.
[Hardy, C. J., & Rejeski, W. J. (1989). Not what, but how one feels: The measurement of affect during exercise. J Sport Exerc Psychol, 11(3), 304-317; Spinelli, D. "Psicologia dello sport e del movimento umano.]
Elena Cernuschi – Psicologa dello Sport
Sito Internet: http://www.motivatamente.com/
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