Le emozioni nel piatto
Il cibo per noi è importante, certo. Garantisce la soddisfazione del bisogno di nutrizione, ma lo utilizziamo per tante altre cose; questa è la vera differenza tra noi e il mondo animale.Dedichiamo al cibo molta più attenzione di quanto dovremmo e lo colleghiamo a tanti altri contesti. Mangiamo per festeggiare e mangiamo per “stare in compagnia”.La maggior parte degli eventi sociali sono collegati al cibo e diamo al cibo un ruolo centrale nella nostra esistenza umana al punto che lo utilizziamo anche per placare delle emozioni che non riusciamo a tollerare.Il nutrirsi, il mangiare e, di conseguenza, il cibo risultano indissolubilmente connessi con l’emozione e molto spesso sono influenzati da determinate situazioni emotive.Così è facile che si mangi anche per noia, rabbia, solitudine e tristezza. E’ evidente che tutto questo ci porti a mangiare più di quello che dovremmo.Quando questo avviene, quando mangiamo non per fame fisica, ma per tutti gli altri stimoli, il nostro corpo ingrassa. Ci facciamo delle domande e spesso ci chiediamo:“perché non riesco a raggiungere il peso che desidero? Perché è così difficile per me perdere peso? Perché mi sembra di non riuscire a controllare la mia alimentazione ed a seguire una dieta?
Perché le diete falliscono?
Il meccanismo della fame è una funzione evolutiva necessaria alla sopravvivenza ed è legata ai centri del piacere; gli stessi che, senza preoccuparsi delle conseguenze per l’organismo, ci spingono a esagerare con snack dolci e pasti fuori orario.Le diete alimentari spesso funzionano se si ha abbastanza motivazione per portarle a termine. Tuttavia, molto spesso, raggiungono l’obiettivo della perdita del peso ma non del mantenimento della forma fisica nel tempo se non sono supportate da interventi che si occupino anche della dimensione psicologica.Questo accade perché i meccanismi coinvolti nell’alimentazione sono molteplici e per lo più proprio di natura psicologica ed affettiva. Inoltre soprattutto nelle diete dimagranti restrittive il senso del piacere non viene valorizzato quanto invece il senso dell’obbligo e della negazione e tutto questo porta ad aumentare le distanze con il nostro mondo interiore.
Cause scatenanti
Le cause della fame emotiva variano da persona a persona: ciascuno potrà individuare quelle situazioni che più gli sono proprie. Riassumendo, possono essere raggruppate in macrocategorie.
- Stress
- Evitamento di emozioni negative
- Sensazioni di noia, vuoto, solitudine,...
- Abitudini dell'infanzia
- Influenze sociali
Le risposte che hai dato possono già essere indicative del tuo rapporto con il cibo.Per raggiungere l'equilibrio tra la nostra mente e il nostro corpo è essenziale imparare ad ascoltarci e a comprendere le emozioni che si nascondono dietro la costante ricerca di cibo come mezzo di gratificazione.E’ necessario imparare a riconoscere i propri stati interni, ascoltare e conoscere il nostro corpo, prendere contatto con le proprie emozioni e i propri bisogni. Un discorso a parte è quello dei “Disturbi dell’Alimentazione e della nutrizione”, nei quali la “normale dieta” si trasforma in un’ossessione. E’ il caso di disturbi quali anoressia, bulimia o il disturbo di abbuffata compulsivo. In questi casi, più complessi, ci troviamo di fronte a veri e propri disturbi, ma sempre collegati alla cattiva gestione del cibo, con conseguenze evidenti sul peso corporeo.Conoscere noi stessi e anche gli alimenti ci porta ad essere liberi di scegliere in base ai nostri bisogni reali. Se portiamo equilibrio e chiarezza nella nostra mente anche le nostre scelte alimentari si modificheranno perché saranno meno influenzate dai condizionamenti emotivi o inconsci.Quando si tratta di cibo, esistono diversi modi per controllare gli attacchi e dunque rafforzare la consapevolezza di quello che stiamo facendo, permettendoci di capire se la voglia è dettata da un effettivo bisogno del corpo o da fattori emotivi.Nel prossimo articolo parlerò di alcune strategie utili per gestire gli attacchi di fame.
Fonti: La psicologia a tavola di Mark Conner Armitage Cristopher J. Cavazza N. (cur.) edito da Il Mulino,2008; Cibo, corpo e relazioni sociali. Prospettive psicoeducative nel ciclo della vita di Gianfranco Nuvoli Giusy Manca Arcangelo Uccula edito da Carocci, 2012
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