L’importanza dei pensieri nello sport
Spesso nello sport si pensa che per riuscire bene non si debba pensare. Alcuni atleti che seguo mi dicono spesso, nei primi incontri, “vorrei mettere la testa da parte”, “vorrei spegnere il cervello”.
Anche tanti allenatori dicono ai loro atleti “non pensare, fallo e basta!”
Pensare fa male?
E’ vero, i pensieri, soprattutto quando siamo in ansia o stiamo facendo fatica, possono essere molto fastidiosi e disturbanti, soprattutto rispetto alla performance.
Tipico è il caso in cui, correndo, la mente urla “dai basta, non ce la fai più, fermati”, oppure, per chi pratica agonismo, pensieri come “oh cavolo, adesso inizia la gara e andrà tutto di m****!”.
Alcuni pensieri non sono disturbanti durante l’allenamento, ma anche prima: “oggi non ho la forza per andare in palestra”, “non so se riesco a fare quell’esercizio…”
E’ impossibile non pensare
Purtroppo o per fortuna, non possiamo non pensare. Provaci, ti sfido 😉
La nostra mente è fatta per pensare, continuamente. Il nostro cervello è sempre sveglio, sempre attivo, anche mentre dormiamo (anche se in modo diverso). I pensieri si susseguono continuamente, mischiandosi, passando da un argomento all’altro, interagendo anche con le nostre emozioni ed il nostro corpo.
I nostri pensieri cambiano il nostro “destino”
Il contenuto dei nostri pensieri può cambiare in modo drastico la nostra performance, attraverso il cosiddetto meccanismo della profezia che si autoavvera. In psicologia è stata infatti messa in evidenza una legge che molto spesso regola il nostro comportamento: più sono convinto di una cosa, tanto più, anche inconsapevolmente, influenzerò l’ambiente in modo che si realizzi.
Addirittura è stato fatto un esperimento in cui veniva detto ad alcune insegnanti che alcuni alunni erano più intelligenti di altri (non vero), e a fine anno questi diventavano davvero i più bravi della classe (un po’ perché venivano degnati di più attenzione e considerazione, un po’ perché venivano dati voti più alti…)
E nello sport?
Nello sport questo si tramuta nel: “più sono convinto di farcela, più sarà probabile un successo”.
Ovviamente, e anche più frequentemente, questo è valido anche per i fallimenti e tutti quei pensieri negativi di cui ci piace spesso contornarci anche sotto la filosofia del “se mi aspetto il peggio e arriva il meglio, almeno mi stupisco invece che rimanere deluso sperando nel contrario”!
Addirittura, per un effetto chiamato effetto carpenter, i nostri pensieri sono anche in grado di generare delle variazioni corporee fisicamente misurabili.
Pensare ad un movimento attiva le aree del cervello deputate a quel movimento, e attraverso alcuni strumenti è stato messo in luce come nei muscoli coinvolti in quell’atto solo immaginato, si verifichino delle micro-contrazioni. Questo, tradotto, significa che pensando e soprattutto immaginando, possiamo anche allenare il nostro cervello e il nostro corpo. Proprio su questo concetto si basa la famosa tecnica del training autogeno, una tecnica utilissima che permette, a chi la impara, di auto-indursi uno stato di totale riposo e relax corporeo e fronteggiare problemi di sonno, stress e molto altro.
Pensiamo attraverso immagini
Il nostro cervello ragiona molto per immagini. Cosa intendo con questo? Che se dico “non pensate ad un elefante”, puntualmente lo immaginerai, anche solo per una frazione di secondo. I “NON” non vengono contemplati.
Per cui ogni volta che ti dici “NON devo saltare l’allenamento”, “NON devo sbagliare”, in realtà non fai altro che visualizzarti il contrario, allenando il tuo cervello a ciò che in realtà non vorresti mai ottenere!
I pensieri possono essere sfruttati in modo vincente
A partire da tutte queste scoperte e tantissimi studi sull’argomento, in psicologia dello sport sono state elaborate diverse tecniche finalizzate proprio a favorire l’emergere di pensieri “vincenti”, di pensieri e immagini in grado di evocare emozioni positive e in grado di allenare il cervello dello sportivo a meglio eseguire gesti e strategie.
Le tecniche che impiegano il pensiero e l’immaginazione sono quindi particolarmente utili nei casi in cui si vogliano gestire difficoltà di motivazione all’esercizio fisico (per chi non riesce ad iniziare ad allenarsi), nei casi in cui ci siano difficoltà di concentrazione negli allenamenti o nelle gare (per chi pratica sport ad alto livello) e nei casi di infortunio, in cui non è possibile eseguire allenamenti fisici del muscolo ma è possibile tenerli attivi “mentalmente”.
Detto ciò… pensate bene a ciò che pensate! 🙂
Elena Cernuschi – Psicologa dello Sport
Contatto: elenacernuschi@gmail.com
Sito Internet: http://www.motivatamente.com/
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