La sindrome dell’intestino irritabile
La sindrome del colon irritabile altrimenti nota come “una delle piaghe d’Egitto”, “Porca miseria dov’è il bagno?”, “Il mio intestino sta vivendo in pieno la Terza Guerra Mondiale”..ma meglio conosciuta come IBS (Irritable Bowel Sindrome), è un disturbo funzionale gastrointestinale di interessamento colico caratterizzato da:
- Alterazioni dell’alvo con episodi di diarrea o stitichezza o entrambi (ahimè)
- Crampi addominali
- Meteorismo
- Gonfiore e tensione addominale
- Nausea
- Passaggio di muco nelle feci
- Urgenza all’evacuazione dopo i pasti
Tale disturbo, o meglio insieme di disturbi, è conosciuta inoltre come: Colite spastica, colon irritabile, colite nervosa, colon spastico, colite mucosa.
Epidemiologia
Quanto?: Secondo le indagini statistiche la sindrome del colon irritabile interessa circa 1 individuo su 5 e con un incidenza annua pari all’1-2%.
Dove? : In particolare pare che le aree mondiali maggiormente interessate sono l’America centrale e l’America del Sud mentre il Sud-est asiatico vanta il minor numero di persone affette da questo disturbo.
Sesso: L’IBS è un disturbo principalmemte femminile ma in realtà i casi stanno aumentando anche tra gli uomini.
Età: La maggior parte delle persone colpite da IBS hanno un età compresa tra i 20 e 30 anni.
Come si diagnostica?
Eh…bella domanda.
Si può dire che diagnosticare il colon irritabile non è particolarmente semplice come diagnosticare una semplice intolleranza al lattosio o una semplice celiachia o la SIBO.
Per questi disturbi esistono infatti dei test ben specifici:
-Per l’intolleranza al lattosio esiste il Breath test al lattosio
-Per la celiachia analisi sul sangue specifiche come la ricerca di anticorpi antiendomisio e antitransglutaminasi e eventuale biopsia duodenale in caso di positività all’analisi sul sangue…e ovviamente in aggiunta c’è tutta la parte sintomatica.
- Per la SIBO ( o contaminazione batterica dell’intestino tenue) esiste il Breath test al lattulosio
E per il colon irritabile? Ahimè niente di tutto ciò.
Ci si basa principalmente sui sintomi che devono corrispondere ai Criteri di Roma III* ma anche su una serie di analisi necessarie per escludere la presenza di patologie infiammatorie organiche.
La principale differenza tra le due o ad esempio tra un Morbo di Chron (IBD**) e IBS (che spesso dal punto di vista sintomatico vengono confuse tra di loro anche se il Chron in realtà è molto più invasivo) è l’assenza nell’IBS di un danno d’organo e dunque di un alterazione strutturale visibile e evidente a carico della mucosa intestinale, inoltre il Chron e la rettocolite ulcerosa possono complicarsi in tumori del colon-retto mentre l’IBS non ha (fortunatamente) questa maledettissima complicazione.
Inoltre delle volte nella IBS è possibile trovare dei valori di calprotectina fecale (un marker fecale di infiammazione intestinale) più alti della norma ma decisamente molto più bassi dei livelli riscontrati nelle IBD.
Quindi benchè IBS (funzionale e cronico) e IBD (organico e cronico) facilmente possono essere confusi tra loro non solo in via sintomatica ma anche come acronimo, capite bene che sono due cose totalmente diverse..e proprio perché spesso è facile scambiarle tra di loro per poter diagnosticare un IBS è bene fare analisi approfondite proprio per escludere patologie organiche ben più importanti.
Ma quali sono i criteri diagnostici per la sindrome dell’intestino irritabile?
Dolore o disagio addominale ricorrente almeno 3 giorni per settimana e negli ultimi tre mesi Associato a 2 o più sintomi come
- Miglioramento della sintomatologia con la defecazione
- Esordio associato a modificazione della frequenza delle evacuazioni
- Esordio associato a variazione della consistenza forma (aspetto) delle feci
Dunque oltre alla presenza del dolore e disagio addominale vengono prese in considerazione anche la frequenza di evacuazione e la consistenza delle feci e proprio in base a questi parametri è possibile classificare l’intestino irritabile in:
IBS-D : in cui abbiamo una prevalenza diarroica con feci acquose o sciolte > 25% e feci bernoccolute e dure o caprine < 25% delle evacuazioni
IBS-C: in cui abbiamo una prevalenza della costipazione con feci dure e bernoccolute o caprine > 25% e feci sciolte o acquose < 25% delle evacuazioni
IBS- M : in cui abbiamo una situazione mista e alvo alterno (stipsi alternata a diarrea), con feci dure e bernoccolute o caprine > 25% e feci acquose e sciolte > 25% delle evacuazioni
A tal proposito risulta molto utile per la classificazione la Scala di Bristol
Si tratta di un metodo di valutazione del transito intestinale basato sull’osservazione della forma e caratteristica delle feci….e che potete fare tutti in casa, anche per valutare la vostra funzionalità digestiva 😉
Oltre alla presenza di sintomi intestinali si può verificare anche la presenza di sintomi ancora più aspecifici come nausea, spossatezza, dolori ossei, difficoltà nel sonno, ma quelli più comuni sono senza dubbio i sintomi gastrointestinali.
Le cause dell’intestino irritabile
Al momento non sono presenti studi scientifici sufficienti che stabiliscano quale sia la reale causa di questa sindrome e quasi sicuramente la causa molto probabilmente non sarà nemmeno una specifica ma partecipano più fattori.
Alla base c’è senza dubbio una aumentata sensibilità intestinale ai cibi (soprattutto alcuni alimenti ricchi di FODMAP ovvero degli zuccheri fermentescibili appartenenti alle famiglie degli Oligosaccaridi, Disaccaridi, Monosaccaridi e Polioli e di cui vi parlerò in maniera più approfondita nei prossimi articoli 😉 ) e alle varie tensioni soprattutto nervose e stressanti.
Tra le cause pare sia particolarmente influente proprio lo stress, causa che spesso viene sottovalutata…erroneamente aggiungerei, anche perché come ben sapete lo stress quando ci si mette è in grado di causare un gran casino su tutti i fronti..non solo quello psicologico ahimè.
Ma che centra lo stress con l’intestino?
Oh ragazzi miei centra eccome. L’apparato gastrointestinale non è un entità a se e separata dal cervello..tutt’altro!!! L’intestino è rivestito da una fitta rete di neuroni che prende il nome di Sistema Nervoso Enterico, in pratica è come se avessimo un secondo cervello in pancia. Tale rete neuronale è in stretto collegamento con il cervello andando a costituire il cosiddetto Brain-Gut Axis, ovvero l’asse intestino-cervello.
Vi è mai capitato di farvela letteralmente sotto dalla paura o di essere talmente in ansia prima di un esame e avere spiacevoli fastidi intestinali o di scappare di corsa (neanche foste rincorsi da un T.Rex) in bagno?
Bene…a entrare in azione in questo caso è proprio l’asse intestino-cervello, tutto ciò che ci perturba a livello emotivo potrebbe riflettersi (nei soggetti maggiormente predisposti e suscettibili) proprio a livello intestinale.
In particolare nei soggetti che soffrono di IBS, una situazione stressante come un grave lutto, uno spavento, la perdita del lavoro etc., oltre a scatenare la sindrome può addirittura esacerbare la sintomatologia.
Gli stressors attivano a livello cerebrale tutta una serie di reazioni a catena che portano alla liberazione dell’ormone ipotalamico CRH o CRF (ormone di rilascio delle corticotropine) il quale stimola l’ipofisi per la liberazione dell’ormone ACTH (ovvero l’ormone adrenocorticotropo) Il quale andrà a stimolare le ghiandole surrenaliche alla produzione di cortisolo…l’ormone dello stress e si avrà inoltre un aumento della produzione delle catecolamine che andranno ad agire a livello intestinale.
Ma qual è l’influenza di questi ormoni e neurotrasmettitori a livello intestinale?
Il cortisolo è un ormone catabolico..anzi…è l’ormone catabolico per eccellenza, il nemico di tutti…soprattutto di chi sta tentando di mettere su massa muscolare.
A livello intestinale il cortisolo esplica il suo effetto catabolico andando a ridurre il tournover delle cellule della mucosa intestinale portando quindi a un indebolimento della stessa che risulta maggiormente soggetta alle infiammazioni.
Le catecolamine invece stimolano il rilascio di citochine infiammatorie, intervengono sulla motilità intestinale e soprattutto hanno un importante influenza sulla flora batterica portando nel tempo a una sua alterazione e dunque disbiosi.
La qualità e soprattutto quantità della flora batterica intestinale e una sua alterazione, dunque con un alterato rapporto tra flora benefica e flora “dannosa” (che normalmente sono in equilibrio), è un'altra delle cause dell’IBS, come abbiamo letto pocanzi può essere strettamente correlata allo stress ma in alcuni casi lo stress sembra non centrare, o meglio, potrebbe sopraggiungere in seguito e esacerbare i sintomi…insomma…sto stress è peggio del prezzemolo.
Ad avvalorare questa importantissima ipotesi c’è il fatto che nel 30% dei soggetti i sintomi dell’intestino irritabile si sviluppano in seguito a episodi di gastroenterite non regredita del tutto, causata soprattutto da batteri come Salmonella, Campilobacter, Shigella che sono in grado di creare profonde alterazioni a carico del microbiota portando quindi a quello che viene definito colon irritabile post-infettivo.
Ma le alterazioni della flora batterica intestinale possono essere causate non solo da situazioni stressanti, terapie farmacologiche (antibiotici), infezioni, ma anche e soprattutto da un alimentazione non adeguata ricca di alimenti industriali e carichi di additivi, dolciumi, caramelle, junk food.
Vista l’importanza della flora batterica intestinale nei processi digestivi, nei processi di nutrimento delle cellule della mucosa intestinale, nel loro effetto barriera e protettivo nei confronti degli enterociti, produzione di vitamine etc. appare chiaro come una sua alterazione nei soggetti geneticamente predisposti (ma non solo) può portare a un aumentata suscettibilità dell’intestino e dunque a uno sviluppo della sindrome.
Insomma le cause sono diverse….in alcuni soggetti può essere una sola (come nei casi di colon irritabile post-infettivo) ma il più delle volte partecipano più fattori contemporaneamente.
Sicuramente vi starete domandando “Ma esiste una cura per questo disturbo?” Beh….la mia risposta penso proprio non vi piacerà…al momento NO, non esiste una cura definitiva ma con tale sindrome si può tranquillamente convivere e soprattutto imparare a gestire i sintomi.
- In primis bisogna contrastare innanzitutto lo stress, sia mediante tecniche di gestione dello stress ( meditazione, yoga, esercizi respiratori) e integrazione.
- Terapia probiotica adeguata e eventualmente, se necessario, terapia farmacologica
- Alimentazione. In questi casi è molto valido e efficace il protocollo alimentare Low FODMAP di cui vi parlerò nei prossimi articoli.
Bene….credo di avervi tediato abbastanza 🙂 ma ci tenevo a parlarvi di questo argomento che reputo di grande importanza dal momento che i casi di IBS sono in continuo aumento.
Alla prossima 🙂
Note:
** IBD Infiammatory Bowel Disease o Malattia intestinale cronica infiammatoria (MICI)
* I Criteri di Roma
I Criteri di Roma sono dei criteri diagnostici stabiliti da una commissione internazionale e nati grazie alla Fondazione Roma. Essi sono usati per definire diagnosi e trattamento di disturbi funzionali gastrointestinali come IBS, dispepsia funzionale, sindrome da ruminazione, disordini funzionali dell’esofago etc.
Autore: Sara Fadda (Biologo Nutrizionista Team Corporesano)
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