Il ritorno venoso e la pompa muscolare. Il piede, il nostro cuore periferico. -Spremitura dinamica-
Con le sue 26 ossa, la complessa muscolatura e il gravoso impegno di sostenere l'intero peso del corpo sulla propria superficie plantare,
risulta incredibilmente facile attribuire al piede la sola funzione di strumento anatomico dedicato alla locomozione. In realtà il piede è un importante organo propriocettivo e un elemento indispensabile per il corretto ritorno del sangue venoso al cuore.
Il sistema circolatorio sanguifero
L'apparato cardiovascolare è costituito da un organo propulsore centrale, il cuore, e da numerosi vasi distinti in arterie (nelle quali il sangue circola in direzione centrifuga), vene (in cui il sangue circola in direzione centripeta) e capillari, microvasi interposti tra arterie e vene, la cui conformazione anatomica della parete permette che vi sia una facile cessione di ossigeno e nutrienti ai tessuti, e allo stesso tempo un più facile recupero dei cataboliti e dei prodotti di scarto dalle zone limitrofe.
Le valvole
Le vene sono caratterizzate dalla presenza nel loro lume di valvole a forma di semiluna, tali strutture hanno la funzione di aprirsi quando il sangue viene spinto dal basso verso l'alto in direzione del cuore, quindi con andamento antigravitario, e di chiudersi dopo il passaggio per impedire il reflusso, permettendo in questo modo un corretto ritorno venoso
I meccanismi di deflusso venoso
I meccanismi in grado di consentire il deflusso venoso (ma anche quello linfatico in direzione profonda e centripeta riguardano la struttura ossea, le fasce muscolari, le fasce connettivali peri-vascolari e le valvole venose citate in precedenza. Le forze coinvolte si dividono in:
- forze aspirative (aspirazione centripeta tramite gli atti respiratori e il rilascio muscolare);
- forze propulsive (pressione arteriosa residua nel microcircolo, pulsazione arteriosa adiacente alle vene, spinta plantare, contrazione muscolare in particolare dei muscoli del polpaccio).
In posizione eretta, più della metà del nostro sangue venoso si trova negli arti inferiori, perchè questo torni nuovamente al cuore è necessario vincere la forza di gravità. Entra in gioco la pompa muscolare, la cui funzione si esplica attraverso il movimento della zona del piede e della caviglia; ad ogni passo, le vene vengono letteralmente spremute dall'azione muscolare del polpaccio, i muscoli, contraendosi aumentano la loro pressione sulle vene adiacenti, in questo modo il sangue viene spinto verso il cuore.
In particolare, la pompa venosa dell'arto inferiore, è rappresentata dal muscolo tricipite, dai muscoli plantari, dal quadricipite e dal movimento articolare della caviglia.
Una buona muscolatura e il movimento sono dunque un efficace modo per favorire un corretto ritorno venoso.
Il sistema venoso degli arti inferiori – Il piede e la soletta di Lejars
Il sistema venoso dell'arto inferiore è rappresentato principalmente dalle vene plantari superficiali (conosciute come suola di Lejars) (le quali costituiscono una sorta di rete venosa, ricca di capillari e di anastomosi), dalle vene plantari profonde e dalle vene superficiali dorsali del piede, da cui hanno origine le vene safene superficiali (grande e piccola), in comunicazione con le vene profonde (vena tibiale, peroniera, femorale...) attraverso le vene perforanti.
Il piede, la caviglia e i muscoli del polpaccio costituiscono una sorta di il cuore periferico, una pompa, il cui meccanismo si basa sulla spremitura della soletta durante la marcia. Nella fase di appoggio intermedio del passo, il peso si sposta dal retropiede (tallone), all'avampiede, coinvolgendo la soletta venosa di Lejars, il sangue venoso in essa contenuto viene in questo modo spremuto in direzione profonda e centripeta (verso il cuore), contemporaneamente, la contrazione dei muscoli del polpaccio (tricipite della sura), e dei muscoli della gamba (loggia anteriore), durante il movimento di flesso-estensione plantare, imprimono velocità al sangue, conducendolo nel sistema popliteo, con il coinvolgimento del sistema valvolare venoso e un attività anti-reflusso; durante il passo successivo la flessione del ginocchio favorisce lo svuotamento della vena poplitea che rappresenta la più importante via di drenaggio per il sistema venoso profondo della coscia, nel quale entrano in gioco meccanismi più prossimali.
E ora un po' di prevenzione... alcune norme comportamentali da adottare
I disturbi correlati ad un ritorno venoso non ottimale sono molteplici, variano dal comune senso di pesantezza alle gambe, a inestetismi quali le teleangectasie, alla comparsa vene varicose, edemi, a problemi molto più gravi come formazione di ulcere e venose e molto altro.
Alla base di un corretto ritorno venoso, oltre ad una controllata alimentazione, ad un mantenimento del peso corporeo ideale ( i pazienti obesi hanno un rischio molto più elevato di sviluppare patologie di tipo vascolare) esistono molti altri accorgimenti che possiamo adottare, tra questi si ricordano:
- evitare la posizione eretta o seduta (comunque uno stato sedentario) per periodi troppo prolungati
- riposare con le gambe sollevate (riduzione anche di edemi linfatici)
- praricare sport o attività fisica/movimento/lunghe passeggiate con regolarità (promuovere il ritorno venoso e la pompa muscolare)
- evitare il fumo e il consumo smodato di alcolici
- evitare l'utilizzo frequente di tacchi alti
- se obbligati a lunghi periodi in posizione seduta muovere spesso le gambe
- evitare il calore diretto alle gambe
A cura di Antonacci Sara, Dott.ssa in Podologia
M@il: antonaccisara92@gmail.com
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