Abbuffate: cosa sono, cosa fare
Tra le ragazze (e perché no, anche i ragazzi) che amano lo sport e la palestra, noto sempre più una parola che padroneggia ferocemente le discussioni scatenando il panico: LE ABBUFFATE.
Ma che cos’è un’abbuffata? Abbuffarsi significa necessariamente avere un disturbo alimentare? Cosa bisogna fare se si soffre di abbuffate? Con questo articolo cercherò di rispondere a queste domande, per quanto mi conceda lo spazio di un sintetico articolo.
Che cos'è l'abbuffata?
In psicologia, quando si parla di abbuffata, ci si riferisce ad un comportamento che consiste nel mangiare in un limitato lasso di tempo una quantità di cibo spropositata, definita come superiore a quello che una persona in media mangerebbe nelle medesime condizioni.
Questa definizione è stata spesso criticata, in quanto appare molto vaga (ognuno può stimare diversamente quanto mangia una persona in media).
Per capire che cosa sia un’abbuffata, si può ricorrere pertanto ad altre caratteristiche che spesso vi si manifestano:
- La voracità; nell’abbuffata la persona mangia con fretta, mastica poco e rapidamente e si gusta poco o niente gli alimenti. C’è foga nel riempirsi il prima possibile.
- La sensazione di perdita di controllo; nell’abbuffata la persona non riesce a smettere di mangiare, pur essendo consapevole delle quantità che sta ingerendo. Spesso si parte on l’idea di mangiare solo una piccola parte di un alimento (es. un biscotto) per poi svuotare un’intera confezione
L'abbuffata si verifica frequentemente in una situazione di “segretezza”, ovvero non si svolge in un’atmosfera conviviale, con altre persone presenti
Posta la definizione precedente, possono distinguersi due tipi di abbuffate:
- quelle soggettive, in cui la quantità di cibo ingerita dalla persona viene percepita come eccessiva solo dalla stessa, ma non dagli altri
- quelle oggettive, riconosciute come tali non solo dalla persona che la sperimenta
Ricapitolando...
mangiare quantità eccessive di cibo, rapidamente e perdendo il controllo.
Tutto ciò che non comprende queste caratteristiche, quasi sicuramente, non è un’abbuffata (ma può essere definito in altri modi, come l’iperfagia).
“Oddio, ma allora ho avuto un’abbuffata”
Se leggendo ti sei accorto di aver avuto un’abbuffata, tranquillo/a! Aver avuto un’abbuffata, di per sé, non è niente di grave. Tutti noi possiamo sperimentare qualche volta questa condizione, le cause possibili sono tantissime (es. tensione, solitudine, noia, rabbia etc.).
Una tra le possibili cause, che spesso viene trascurata, è una dieta troppo restrittiva, che per diversi fattori (biochimici e psicologici) può scatenare questo comportamento.
Se hai avuto una o più abbuffate, quindi, non soffri necessariamente di un disturbo alimentare.
Certo, le abbuffate caratterizzano alcuni disturbi alimentari, e in particolare la bulimia e il binge eating disorder.
Perché la presenza di abbuffate possa far ipotizzare la presenza di disturbi alimentari, essa deve essere una condotta frequente, presentandosi almeno 1 volta alla settimana per almeno 3 mesi.
Oltre a ciò, per sapere se davvero si tratta di disturbi alimentari, devono essere valutati altri aspetti (ma non è questa la sede per approfondirli).
Che differenza c’è tra le abbuffate nella bulimia e nel binge eating disorder?
- Nella bulimia, tendenzialmente, alle abbuffate seguono i cosiddetti “comportamenti compensatori”, che consistono in azioni finalizzate a “smaltire” il cibo assunto. Alcuni esempi sono eccessi di attività fisica, prolungati digiuni (es. saltare tot pasti), l’uso di lassativi, di diuretici ecc.
- Nel binge eating disorder mancano invece questi comportamenti compensatori, cosa che fa sì che la persona sia in sovrappeso o obesa.
Cosa posso fare se ho spesso abbuffate?
Innanzitutto: quanto di frequente ti abbuffi? Se è una volta ogni tanto, ricordati che la salute sta nella flessibilità, e quindi nella possibilità, qualche volta, di lasciarci un po’ andare. Non bisogna sempre controllare tutto 😉 Sii meno severo con te stesso/a!
Se comunque questo rappresenta un aspetto su cui vorresti lavorare…
Come prima cosa, non posso che consigliarti di osservarti e conoscerti.
Come mai, secondo te, ti capita di abbuffarti? Sei stressato? Hai una dieta troppo restrittiva? Ti abbuffi sempre quando sei triste? O quando sei solo?
Inizia ad essere tu il primo esperto di te stesso/a e prova a variare alcuni di questi fattori (es. rendi la tua dieta più flessibile, riposa di più se sei stressato/a, etc.).
Se nessuno di questi fattori funziona, prova a costruirti un “KIT SOS ABBUFFATE”: prendi un foglio e inizia a scrivere tutte le attività che potresti fare quando inizi a sentire che sei a rischio abbuffata (prima ancora di mangiare il famoso primo biscotto che necessariamente si porterà dietro tutta la scatola). Telefonare ad un’amica? Disegnare o scrivere? Guardare la tv? Uscire a fare una passeggiata? Bere una tisana? Poi prendi una scatola e ci metti dentro la lista, insieme ai possibili oggetti che ti possono essere utili in quei momenti “a rischio”.
Se le tue abbuffate sono frequenti (es. 1 volta alla settimana per più settimane), se il pensiero della possibile abbuffata è sempre lì dietro l’angolo, se non sei mai sereno/a quando si parla di cibo, peso e forma del corpo, se "banalmente"(!!) non sei felice… non posso che consigliarti di chiedere una consulenza ad uno specialista (Psicologi, medici, psicoterapeuti).
Ad informarsi, a chiedere, a pensare alla propria salute difficilmente si sbaglia.
Dott.ssa Elena Cernuschi – Psicologa Clinica e dello Sport
Sito Internet: http://www.motivatamente.com/
- F. Fairburn (2010). La terapia cognitivo comportamentale dei disturbi dell’alimentazione. Eclipsi
- G. Fairburn, K. D. Brownell (2002). Eating Disorders and Obesity, Second Edition. A Comprehensive Handbook
- American Psychiatric Association (2013). DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta edizione. Milano: Raffaello Cortina, 2014.
- Centro per i disturbi alimentari IRCCS Ospedale San Raffaele Turro (2015). I disturbi dell’alimentazione.
- F. Fairburn (2010). La terapia cognitivo comportamentale dei disturbi dell’alimentazione;. Eclipsi
- G. Fairburn, Kelly D. Brownell-Eating Disorders and Obesity, Second Edition_ A Comprehensive Handbook (2002)
- American Psychiatric Association (2013). DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta edizione. Milano: Raffaello Cortina, 2014)
- Centro per i disturbi alimentari IRCCS Ospedale San Raffaele Turro (2015). I disturbi dell’alimentazione
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