I più comuni esami ematochimici: come, quando e perché?
Ad oggi abbiamo a disposizione una lunga serie di esami ematochimici con il quale, grazie all’aiuto del nostro medico curante, possiamo periodicamente controllare in modo generico la salute del nostro corpo.
Essendo così tanti e diversificati tra loro, in linea generale, vale sempre la regola che questi esami sono utili solo quando hanno uno scopo preciso, preventivo e/o terapeuticho, e sarà il vostro medico a consigliarvi quali sono i più utili alle vostre esigenze.
In questo articolo faremo una carrellata degli esami ematochimici più comuni, annotando quali sono i valori normali di riferimento e quali patologie possono più facilmente alterarli. Non entreremo nel dettaglio, almeno in questo articolo, nella trattazione della diagnosi e terapia delle varie patologie.
- Emocromo
L’emocromo è forse l’esame principe tra tutti gli esami ematochimi. Questo ci permette di determinare la conta dei globuli bianchi, globuli rossi, emoglobina, piastrine, reticolociti (tutti e 5 prodotti dal midollo osseo), volume corpuscolare medio ed ematocrito. Cosa sono e a cosa servono?
Andiamo per ordine:
- Globuli bianchi: sono le cellulle del sistema immunitario deputate a difenderci dagli organismi estranei.
Valori normali (vn): 4.000 – 10.000/ml di sangue
Se inferiori al valore di normalità si parla di leucopenia, tipicamente causata o da un’inappropriata produzione da parte del midollo osseo o da un’aumentata distruzione cellulare in periferia nel sangue. Se superiori al valore di normalità si parla di leucocitosi, presente in corso di infezioni acute e/o croniche, stati infiammatori benigni e maligni, e neoplasie ematologiche.
- Globuli rossi: le cellule del sangue deputate al trasporto di ossigeno dai polmoni ai tessuti periferici.
VN: 4.500.000 - 5.900.000
Se inferiori al valore di normalità si parla di eritropenia, se superiore di eritrocitosi. Sono disturbi tipicamente dovuti o ad alterazioni nella produzione midollare o ad un’aumentata o diminuita distruzione in periferia.
- Emoglobina: proteina contenuta nei globuli rossi deputata a trattenere l’ossigeno da trasportare ai tessuti periferici.
VN: uomini: 14.0-17.5 g/dl; donne: 12.3-15.3 g/dl
E’ estremamente comune trovarla al di sotto dei valori di norma, condizione denominata anemia. Nei giovani la causa in assoluto più frequente è la carenza di ferro, fondamentale nella sintesi dell’emoglobina, che determina un’anemia definita sideropenica.
L’anemia sideropenica è dovuta soprattutto ad un mancato assorbimento del ferro con la dieta, in questo caso povera di carne rossa. Il ferro contenuto in altri alimenti, infatti, vedi legumi e vegetali, non è assorbibile correttamente a livello intestinale e può causare un deficit di ferro in circolo ed una conseguente anemia. Negli anziani, oltre all’anemia sideropenica da carenza di ferro nella dieta, vi è una fisiologica riduzione della produzione di globuli rossi ed emoglobina da parte del midollo osseo. Una lieve anemia è frequentemente presente anche nei giovani per l’aumentata richiesta ed utilizzo di globuli rossi in circolo.
Altre condizioni che possono causare stati di anemia sono la carenza nella dieta di folati e vitamina B12 (diete prive di carne, pesce, latticini, uova), patologie infiammatorie sistemiche o a carico dell’apparato intestinale (celiachia, morbo di crohn, rettocolite ulcerosa), patologie tumorali benigne e maligne.
- Piastrine: sono le cellule deputate al corretto funzionamento dei meccanismi di aggregazione e coagulazione.
VN: 150.000 e le 450.000 unità per microlitro di sangue.
Se inferiori al valore di norma si parla di piastrinopenia, causata da un’alterata produzione midollare o da un’aumentata distruzione periferica. Se superiori al valore di norma di parla di piastrinosi, tipicamente presente in condizioni infiammatorie acute o alterazioni nella produzione midollare.
- Reticolociti: sono le cellule che costituiscono le forme immature dei globuli rossi, se presenti in circolo nelle giuste percentuali mi permettono di escludere alterazioni a carico midollare.
VN: 0.5 – 2%
La condizione in cui vi è un’aumento dei reticolociti in circolo viene definita reticolocitosi ed è tipicamente di accompagnamento ad un’anemia non dovuta a problemi midollari. Quest’ultimo, infatti, risponde alla carenza di emoglobina compensando con una maggiore sintesi di globuli rossi e così facendo rilascia in circolo anche una quantità maggiore di reticolociti. Basse percentuali di reticolociti, condizione definita reticolopenia, se associate ad un calo dell’emoglobina indicano nella maggior parte dei casi un problema a livello midollare. Negli anziani, infatti, dove vi è una riduzione fisiologica della produzione midollare, troveremo abbastanza spesso una condizione di anemia associata a reticolopenia.
- Volume corpuscolare medio (MCV): è la misurazione del volume medio dei globuli rossi
VN: 80 - 100 fL
Questo è utile per determinare la causa dell’anemia. In caso di MCV <80 l’anemia può essere ricondotta ad una carenza di ferro, in caso di MCV >80 l’anemia può essere ricondotta ad una carenza di folati e vitamina B12.
- Ematocrito: è la percentuale di sangue occupata dalla parte corpuscolata (globuli rossi, bianchi, piastrine), la restante percentuale è costituita dal plasma.
VN: 40 – 48% uomo; 36 – 47% donna
Un ematocrito basso è presente in tutte quelle condizioni in cui le cellule del sangue sono diminuite, vedi leucopenia, anemia e piastrinopenia. Viceversa, un ematocrito elevato sarà indice di un aumento delle cellule nel sangue, leucocitosi, eritrocitosi e piastrinosi.
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- Glicemia
Esprime il contenuto di glucosio nel sangue.
- A digiuno questa può variare tra i 69-100 mg/dl.
Valori superiori ai 125 mg/dl, a diugiuno, devono far sospettare la possibilità di essere in presenza di diabete mellito, con accertamenti che devvono essere effettuati già in presenza di valori compresi tra i 100 ed i 125 mg/dl, condizione definita di “alterata glicemia a digiuno” o IFG (acronimo di Impaired Fasting Glucose). I fattori predisponenti più importanti per l’insorgenza del diabete sono: sedentarietà, dieta ricca di zuccheri e grassi e predisposizione genetica.
- Funzionalità renale
Sono svariati gli esami che possono essere effettuati per screenare la funzionalità renale ma sicuramente il più utilizzato e comune è la creatininemia: la misurazione della creatinina nel sangue.
- Valori normali nella donna: 0,5 a 1,0 mg/dl. Valori normali nell’uomo: 0,7 a 1,2 mg/dL.
Un aumento di questi valori potrebbero permettere di identificare la presenza di un danno a livello renale.
- Funzionalità epatica
Anche qui gli esami a disposizione sono svariati. I più utilizzati sono i valori di AST ed ALT che vengono definiti indici di necrosi epatica, se aumentati indicano la presenza di un danno epatico in atto, acuto e/o cronico.
- AST valori normali: 0-29 mU/ml; ALT valori normali: 0-36 mU/ml.
- Elettroliti sanguigni:
Questi sono implicati in svariati processi metabolici del nostro organismo ed importanti alterazioni a loro carico possono rendersi manifesti anche con gravi quadri clinici, a volte addirittura fatali. Con uno stile di vita sano senza patologie in atto, con una dieta variegata e con le giuste quantità di nutrienti e liquidi è pressoche’ impossibile avere qualche importante alterazione a loro carico.
I più importanti e spesso valutati sono:
- Sodio v.n. 135-145 mmol/l
- Potassio v.n. 3.6 e 5.2 mmol/l
- Calcio v.n. 8.9-10.1 mg/dl
Questi elettroliti possono aumentare o diminuire soprattutto quando la quantità di acqua
presente nell’organismo si modifica marcatamente. Questo accade in casi di importante disidratazione od esagerato introito di acqua, il tutto avviene per esempio in seguito all’assunzione di farmaci, in caso di diarrea, vomito, eccessiva sudorazione, problemi renali e/o gastrointestinali.
I sintomi principali dovuti ad un’importante modifica degli elettroliti possono essere: nausea, confusione, debolezza mentale e muscolare, cefalea, fino ad arrivare ad alterazioni dello stato di coscienza e del ritmo cardiaco.
- Colesterolo totale ed i suoi derivati
Visto il numero sempre crescente, soprattutto nelle popolazioni occidentali, di persone affette da patologie quali obesità, sindrome metabolica e diabete, è diventato ormai di routine lo screening per la valutazione del profilo lipidico. Gli esami più comunemente richiesti sono:
- Colesterolo totale: v.n. <200 mg/dl
- LDL (o colesterolo cattivo): v.n. <100 mg/dl
- HDL (o colesterolo buono): v.n. >60 mg/dl
- Non-HDL (non è equivalente all’LDL e costituisce parte del colesterolo cattivo): v.n. <130mg/dl
- Trigliceridi: v.n. <150 mg/dl
Le dislipidemie (alterazioni dei valori di colesterolo nel sangue) sono uno dei fattori di rischio più importanti per le malattie cardiovascolari (CVDs), le quali sono diventate di gran lunga la causa principale di mortalità prematura e di disabilità nella nostra popolazione. Per CVDs intendiamo malattia coronarica, stroke ischemico ed arteropatia periferica.
- Vitamina 25(OH)D
Sono anni che questa vitamina è al centro di sempre più numerosi studi che ne rivelano un ruolo importante e cruciale, non solo nel più noto metabolismo fosfocalcico, ma anche nell’apparato cardiovascolare, nel sistema nervoso centrale e nel sistema immunitario. Sintetizzata per la maggior parte dalla nostra cute esposta al sole, questa può essere assunta in minima parte anche con la dieta con cibi quali salmone, sgombro, merluzzo e uova. Ormai la vitamina 25(OH)D è entrata di routine tra gli esami più eseguiti non solo per il suo ruolo in patologie come l’osteoporosi, sempre più comune visto l’allungamento della vita media, ma anche per l’evidente carenza nella popolazione generale sempre meno esposta al sole e con diete sempre più lontane da quelle consigliate da medici e nutrizionisti.
- V.N.: >30 ng/ml
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