Gli stili attentivi nello sport
L'attenzione è un'importante funzione cognitiva del nostro cervello: ci consente di elaborare gli stimoli che ci interessano per ciò che stiamo facendo escludendo i "distrattori" intorno, come una sorta di faro che illumina solo ciò che è rilevante. Sebbene l'attenzione sia cruciale in tutto ciò che facciamo, è particolarmente importante in ambito sportivo, in quanto gioca un ruolo centrale nell'esecuzione di una prestazione.
Che cos'è l'attenzione?
Si tende a pensare che l'attenzione sia un'unica entità. In realtà essa coinvolge tante funzioni diverse: dalla selezione dell’informazione rilevante per il compito in atto, alla gestione della distribuzione di risorse mentali nel tempo e nello spazio, attraverso la facilitazione di determinati processi elaborativi e l’inibizione di altri.
Ciascuna prestazione sportiva richiede l'attivazione di tutti questi processi, che vengono declinati in base alla disciplina o specialità. Ogni sportivo, durante la prestazione, infatti, rivolge sempre la propria attenzione a qualcosa, sia esso un elemento interno (pensieri/emozioni) o esterno a sé (fattori ambientali), anche quando non ne è consapevole (Kortmann e Mucke, 2004).
Ciascuno si concentra allo stesso modo?
La risposta è NO.
- Ampiezza, ossia la quantità di informazioni “abbracciate” dal soggetto, la quantità di stimoli che vengono inclusi nel "focus"
- Direzione, ossia dove l’attenzione è rivolta, se verso l’ambiente esterno o interno (pensieri, emozioni)
Ciascuno stile facilita azioni e situazioni diverse: un focus attentivo esterno è più utile quando si deve monitorare molto quello che ci accade intorno e dobbiamo relazionarci con gli altri, mentre un focus interno è vantaggioso quando bisogna avere un buon equilibrio con noi stessi (strutturando delle tattiche, monitorando finemente le sensazioni fisiche etc.).
Sebbene tutti possiamo sperimentare ciascuno stile a seconda delle attività e situazioni in cui ci troviamo, ciascuno di noi ha uno STILE ATTENTIVO PREDOMINANTE, che non necessariamente è quello ottimale rispetto allo sport praticato.
Ecco gli stili:
ESTERNO AMPIO:
• Abilità nel leggere rapidamente i cambiamenti che si verificano nell’ambiente esterno
• Efficace nelle situazioni in cui si devono integrare contemporaneamente moltistimoli ambientali
ESTERNO RISTRETTO:
• Attenzione focalizzata su stimoli specifici, circoscritti nell'ambiente
• Utile per l’esecuzione dei compiti di precisione: l’individuo concentra le risorse attentivesulla propria azione, escludendo distrattori ambientali.
INTERNO AMPIO:
• Consente l'ntegrazione di idee/emozioni/sensazioni provenienti da aree diverse
• L’attenzione focalizzata su pensieri, stati emotivi e sensazioni fisiche consente una buona elaborazione complessiva dello stato corporeo
INTERNO RISTRETTO:
• L’attenzione è focalizzata su uno specifico elemento interno al soggetto (ragionamento, strategia, emozione)
• È utile per compiti intellettuali che richiedono grande focalizzazione
Quale stile attentivo è più utile in palestra?
Dipende chiaramente dalla disciplina praticata. Se si praticano Weightlifting, Powerbuilding o Bodybuilding lo stile più utile è quello ristretto (a seconda del tipo di allenamento o momento varia tra ampio e ristretto). Prima di una serie in un allenamento con i pesi, ad esempio, è fondamentale potersi concentrare sul proprio stato corporeo ed emotivo e sui pensieri connessi all'esecuzione per comprendere se il carico è adeguato e se ci si sente pronti a eseguire l'esercizio con la tecnica corretta. In questo caso, gli stimoli ambientali esterni rappresentano dei distrattori che potrebbero peggiorare la prestazione.
Al contrario, se si pratica qualche corso o attività in cui è necessario coordinarsi con altri membri di un gruppo e con la musica, lo stile vincente diventerebbe quello esterno.
"E se capisco di avere uno stile prevalente diverso da quello ottimale per il mio sport?"

Dott.ssa Elena Cernuschi– Psicologa Clinica e dello Sport
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