Trattato di biomeccanica – dalle origini all’evoluzione attraverso l’utilizzo dei “pattern primari” PARTE 1
Il movimento è una delle modalità che l’uomo ha a disposizione per conoscere il mondo , per interagire con l’ambiente esterno e per acquisire le informazioni necessarie per l’organizzazione del nostro comportamento. Numerose evidenze sperimentali, dimostrano come muovendoci, compiamo in anticipo una scelta delle informazioni utili per effettuare una determinata prestazione. Pertanto la fisiologia dell’azione viene considerata come il prodotto dell’integrazione tra processi motori e sensoriali. Tutti i movimenti che facciamo durante il giorno , ad esempio sederci su una sedia, alzarci, sollevare alimenti, tenere un bambino in braccio, rappresentano proprio esempi di movimenti primari , i quali si sviluppano dopo la nascita e la nostra dipendenza da loro si estende a tutta la vita. Il modo più diretto per descrivere questi movimenti è immaginare proprio i nostri antenati e la loro motricità , dettata e plasmata da un imperativo fondamentale : La sopravvivenza.
L’uomo ha utilizzato i movimenti primari per evolversi, adattandosi, sviluppando e codificando funzioni sempre più complesse . La specializzazione delle diverse funzioni infatti , come già anticipato , è stata impostata dalla modalità di sopravvivenza e di convivenza. La codifica della forma esecutiva invece , la quale conduce all’espletamento funzionale, è stata elaborata con l’intento di esercitarsi alla cooperazione o all’opposizione. Quindi troviamo da una parte l’affinamento formale in relazione ad un maggiore adattamento all’ambiente(fare sempre meglio , con più forza, più velocemente) Dall’altra il come fare per rendere più economica , estetica ed efficace la risposta formale. Pertanto i movimenti fondamentali, sono il risultato della selezione motoria che gli uomini primitivi dovettero compiere per adattarsi ad un ambiente imprevedibile (piegare per sollevare un sasso da terra, allungarsi per superare un ostacolo , spingere un tronco, trascinare una preda, girarsi verso un rumore sospetto , accovacciarsi per nascondersi..etc..)
La motricità che si è andata affinando si divide in 7 macro - tipi di “ Pattern Primari
1 - Accosciata - Squat
2 - Raccolta - Stacco
3 - Arrampicare - Pull
4 - Spingere - Push
5 - Tirare - Pull
6 - Camminare e Correre - Walk and Run
7 - Affondo - Lunging
L'abilità di svolgere i movimenti primari precedentemente elencati o di praticare attività sportive , quali correre , saltare calciare una palla etc..dipende da quanto sia efficiente il sistema neuromuscolare nel trasferire i carichi attraverso il corpo. Il completo raggiungimento dell’obiettivo motorio richiede una forte base strutturale, una forza muscolare che controlli adeguatamente la struttura, un input neurale che regoli e indirizzi l’attività nel sistema, una corretta coordinazione delle componenti emozionali e fisiologiche che sostengono lo sviluppo dell’azione.
Essendo la radice di tutto ciò che facciamo è chiaro che utilizzare i movimenti primari impropri causa al nostro corpo danni funzionali. Il problema di fondo è che molti di noi hanno schemi di movimento disfunzionali senza rendersene conto, fino al punto in cui ci si accorge che non si è in grado di muoversi come si dovrebbe e quindi anche i movimenti di base diventano rigidi e meno armonici.
Alcuni considerano erroneamente questi problemi come un sottoprodotto inevitabile dell’invecchiamento, quando in realtà un adeguato addestramento dei macro-tipi di movimento può alleviarli immensamente. Nel progredire dell’evoluzione infatti, si è persa la necessità di “fare movimento” per vivere. Il movimento infatti, è diventato un’opzione e l’esercizio un surrogato.
Pensiamo per esempio ai bambini che imparano a camminare cascando e imparano ad afferrare e raccogliere, già solo il movimento di raccolta con la nostra piccola evoluzione in età adolescente lo perdiamo in maniera funzionale , questo perchè si fa prima ed è meno faticoso piegare le gambe.
Proprio per queste motivazioni, è molto importante concentrarsi sull’allenamento dei movimenti primari rispetto all’allenamento dei singoli muscoli. Infatti l’allenamento di qualunque estrazione e provenienza, ha da sempre e comunque utilizzato i 7 macro tipi di movimento variando la modalità di esecuzione (peso corporeo /sovraccarico), la collocazione e la distribuzione del carico , l’uso degli attrezzi e la posizione del corpo.
Esistono infatti moltissime variazioni che portano a nuovi schemi e associazioni.
I movimenti primari rappresentano la frammentazione del gesto , quotidiano o sportivo che sia. Dal punto di vista operativo, la loro “conversione” rappresenta la base di qualsiasi progressione meccanica, coordinativa, energetica.
Qualsiasi movimento fondamentale proposto nell’allenamento :
- Deve essere prima sostenuto da una pre-attivazione centrale (core)
- Deve poi essere integrato in una sequenza cinetica complessa (catena cinetica multiarticolare) che coinvolga i 3 piani di movimento (tridimensionalità).
Unire i movimenti fondamentali dopo averli stabilizzati, significa deframmentare i singoli “file” creando delle associazioni. In questa maniera lavoriamo sull’hardware per potenziare il software.
Gli schemi motori e posturali sono le unità di base, l'espressione spontanea del movimento, l'effettiva base su cui costruire le abilità complesse quali il camminare, il correre, il saltare, il lanciare, l'afferrare, lo strisciare, l'arrampicarsi.
Ogni schema motorio è riconducibile all'interazione delle aree del Sistema Nervoso Centrale (sensitiva, motoria e premotoria, visiva, uditiva e del linguaggio) e presuppone anche la rappresentazione mentale del movimento stesso. Gli schemi motori devono essere padroneggiati, utilizzati, variati, combinati tra loro, riutilizzati con attrezzi ed oggetti diversi... Continua nella PARTE 2
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