IL FRUTTOSIO
IL FRUTTOSIO, SCOPRIAMOLO INSIEME
È uno zucchero semplice: monosaccaride del glucosio.
Come il glucosio, è importante nella nutrizione sia umana che animale.
In natura si presenta, solido o in soluzione acquosa, nella maggior parte dei frutti zuccherini e dei loro relativi succhi, quindi nel miele e nell’agave, e in percentuale più bassa, in diversi vegetali, ad esempio la bieta da zucchero o la canna da zucchero, dai quali si ricava il più noto saccarosio (lo zucchero bianco).
ll fruttosio è il più dolce tra tutti i tipi di zuccheri ed è spesso usato nell’industria alimentare come dolcificante perché trattiene meglio l’umidità e permette di preservare i prodotti dalle muffe e dalle fermentazioni batteriche.
Sebbene sia spesso indicato commercialmente come “lo zucchero della frutta”, il fruttosio commerciale si ottiene principalmente convertendo il glucosio presente nell'amido di mais mediante un processo enzimatico che dà luogo a un denso sciroppo di mais: ricco di fruttosio (55-60%), da cui può anche essere estratto e cristallizzato il fruttosio puro.
L'uso del fruttosio commerciale è oggi quadruplicato rispetto all'inizio del '900, viene impiegato soprattutto nella sua forma di: “sciroppo di mais” (riportato con tale dicitura nelle etichette alimentari) allo scopo di dolcificare e rendere più appetibili gli alimenti come: bevande zuccherate, succhi di frutta, yogurt alla frutta, dolci, barrette, cereali per la prima colazione e co.
Ma come viene metabolizzato nel nostro organismo?
Questo zucchero viene prevalentemente metabolizzato dal fegato. Ecco perché, recenti e numerosi studi hanno riportato che
un'eccessiva assunzione di fruttosio, (così come per tutti i glucidi, amidi e carboidrati) determina aumento di peso, fino ad arrivare all'obesità (nel caso del fruttosio soprattutto di tipo addominale) allo stress ossidativo, a danni microvascolari, iperuricemia e soprattutto ipertrigliceridemia (con conseguente steatosi epatica (non alcolica)), ipertensione, insulino-resistenza, e deplezione di minerali.
Da evidenziare è quanto questi effetti si manifestino con il fruttosio presente negli alimenti (in forma di D-Fruttosio) e nei dolcificanti in forma di L-fruttosio. Per questi motivi, l'American Diabetes Association (ADA) oggi sconsiglia l'uso abituale di fruttosio come dolcificante nei soggetti diabetici, e suggerisce altresì ai non diabetici di moderarne il più possibile l'assunzione nella dieta.
Nel fegato il metabolismo del fruttosio genera 100 volte più specie reattive dell’ossigeno di quello del glucosio, che, se non tamponante da antiossidanti possono indurre danni all’epatocita e necro-infammazione (steatoepatite non alcolica), cirrosi ed epato-carcinoma.
Nell’uomo la somministrazione di 3,5 gr/kg/die di fruttosio determina in soli 7 giorni un significativo aumento delle deposizione di grasso a livello di fegato e muscolo (Lè KA, et al. Am J Cin Nutr 89:1760-1765,2009).
Numerosi studi hanno evidenziato che vi è una diretta correlazione tra: consumo di bibite zuccherate e steatosi epatica non alcolica indipendentemente dall’apporto calorico (Nseri W, et al. World J Gastroenterol 2010) e nel 2017 uno studio dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù ha evidenziato come l'eccesso di fruttosio vada a sovraccaricare il fegato degli individui più giovani, con meccanismi simili a quelli causati dall'alcolismo, portando al fegato grasso e obesità addominale (questo dovrebbe essere il PRINCIPALE motivo per cui non si dovrebbero far assumere bibite zuccherate ai nostri bambini).
Ma quindi? E’ meglio non assumere cibi che lo contengono?
Come per tutti i nutrienti, se assunto nelle giuste quantità il fruttosio non è pericoloso (soprattutto se siamo soggetti attivi che praticano sport costantemente)
Essendo contenuto in buona quantità anche nel comune miele e nella frutta, può essere assunto in quantitativo sufficiente per il fabbisogno giornaliero anche solo consumando questi alimenti, attenzione appunto a non eccedere nelle dosi di frutta (soprattutto quella più zuccherina) 1 / 2 frutti al giorno vanno più che bene, possibilmente lontano dai pasti principali.
Se paragoniamo come dolcificante il fruttosio con il saccarosio possiamo dire che il primo ha:
- maggiore potere dolcificante
- apporto calorico leggermente inferiore al saccarosio (3,75 kCal/g contro 4 kCal/g)
- indice glicemico più basso del saccarosio (20 circa vs. 50-70 c.ca)
Scritto da:
Delucca Michela
Laureanda in Nutrizione Umana presso Università San Raffaele Roma
Laureata triennale in scienze motorie presso Università Cattolica del Sacro Cuore
IG: michela.delucca.trainer
FB: pagina michela.fitnesstrainer
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